Dragon Trainer

10.03.2019

Dragon Trainer

Dragon Trainer Molti sono I temi messi in campo dal cartone animato Dragon Trainer che ,oltre ad allietare gli spettatori per la qualità della sua realizzazione grafica ,offre interssanti spunti di riflessione sul tema dell'adolescenza e del cambiamento. L opening del film di animazione è la voce narrante del giovane vichingo protagonista Hiccup ,che nel parlare del suo paese Natale ,ci presenta tutti i disagi e le scomodità climatiche aggravate dalla costante minaccia dei Draghi che compiono scorribande e saccheggi. Hiccup è il figlio del capo dei vichinghi e soffre molto per la mancanza di stima da parte del padre e degli altri abitanti dovuta alla sua costituzione minuta, alla sua perenne distrazione che, unita alla sua perenne goffagine, lo rendono del tutto inadatto a combattere I draghi. L uccisione dei draghi rappresenta per i vichinghi l affermazione della loro virilità, che segna come un rito il passaggio dall'adolescenza all'età adulta. Hiccup è un ragazzo escluso, appensantito dalle grandi aspettative del padre che nel desiderarlo più simile a se stesso, finisce costantemente per non riconoscere o per svalutare le particolarità e gli interessi del ragazzo. Avviene però un evento che segna un cambiamento nella vita di Hiccup: metre il giovane fantastica su quante ragazze avrebbe potuto avere ai suoi piedi se fosse riuscito ad uccidere un drago, egli ,in maniera fortuita, riesce a ferire e catturare un drago. Il ragazzo ha la possibilità di realizzare quello che gli altri si aspettano da lui uccidendo il drago ma, mosso a compassione, Hiccup non riesce a dargli il colpo di grazia. L incontro con il drago segnerà un punto di svolta nella vita di Hiccup che farà amicizia con lui e inizierà un attento lavoro di ricerca per curare la ferita che egli stesso gli avevo procurato. La conoscenza del drago permetterà a Hiccup nel film di vincere I pregiudizi degli abitanti, di stabilire una pace fra vichinghi e draghi, di ottenere l'ammirazione del padre, di trovare l'amore attraverso una via non convenzionale e del tutto personale rispetto a quello che era il mandato sociale degli abitanti del villaggio. Il film si chiude di nuovo con una descrizione dei disagi paesaggistici e ambientali del villaggio, ma questa volta, a rendere magica ed elettrizzante la vita del paese vi sono I draghi che, da maledizione per gli abitanti, si sono trasformati in preziosi alleati. I termini "trasformazione" e "soggettivazione" caratterizzano i movimenti psichici compiuti dal giovane ragazzo adolescente. Il punto di snodo della narrazione, compiuta dal cartone, è il momento in cui il protagonista decide di non uccidere il drago, bensì di trovare il modo di curarlo e di stabilire un contatto con lui, tema più volte riproposto nel film di animazione. Troviamo qui un nuovo modo di incarnare il "rito di passaggio", che contraddistingue il cammino adolescenziale verso l età adulta: quello della rinuncia a compierlo, quello di sancirne il suo declino per imbarcarsi in un viaggio senza una meta definita. Il rito di passaggio dei vichinghi, l uccisione del drago, comporta una modalità di assunzione della vita adulta diretta, agita, non soggettivata: "l incorporazione" di un identità immodificata e trasmessa secolarmente senza scarti o battute d'arresto. Esso sembra , infatti ,simboleggiare il fatto che il vichingo assuma la forza e la sicurezza sottraendola a quella del drago, in maniera predatoria, arcaica e legata a meccanismi psichici di tipo orale. Il giovane ragazzo, rinunciando a compiere il rito di passagio, sceglie inconsapevolmente di seguire un cammino più lungo, più incerto che non trova immediatamente L approvazione del gruppo. La rinuncia al soddisfacimento diretto dell' uccisione apre al ragazzo le porte della curiositá, dell' interessarsi al mondo, dello scoprire nuovi mondi. In altri termini la rinuncia alla scarica diretta, al godimento, al non pensiero portano nel film alla scoperta della propria creativitá, alla sublimazione, al perseguire un proprio desiderio, a una pulsionalitá di tipo epistemofilico. Oltre al bisogno adolescenziale di un gruppo di appartenenza e della sua approvazione, il film di animazione ci ricorda e ci mostra quanto anche la solitudine e l'intimitá con se stessi possano essere esperienze germinative se sostenute da un desiderio creativo. Altra tematica importante ,da poter osservare nel film, riguarda il rapporto padre-figlio. Il padre di Hiccup ,capo del villaggio e grande guerriero, all' inizio del film risulta incapace di vedere e offrire un rispecchiamento reale al figlio: egli ha infatti davanti agli occhi solo il figlio ideale che vorrebbe e che dovrebbe essere il quanto più possibile simile a lui.
La nuova strada, trovata da Hiccup,porta padre e figlio, non senza contrasti, a ritrovare e a ricostituire la loro relazione trovando la forza di rimettersi in gioco riconoscendo le loro differeze e riuscendo a far riconoscere a entrambi il fatto di essere ormai due adulti separati psichicamente ma uniti affettivamente. Molte altre ancora ,come ogni racconto immagirario che si rispetti, possono essere le chiavi di lettura o le tematiche da evidenziare, tuttavia, quello che può essere utile domandarci è quanto possa il racconto mettere in luce anche le criticità e gli snodi che l'uscita dall' adolescenza comporta nella contemporaneità. L'adolescenza ,pertanto, potrebbe essere intesa come un viaggio interiore alla scoperta e alla risoggettivazione della propria storia e non come una tappa maturativa biologica determinata che trova la sua fine in un rito antropologicamente centrato. Il rischio ,in quest' ultimo caso, potrebbe essere quello di sentirsi intrappolati o legati a una vita che non sembra appartenere, una vita dedicata alla realizzazione delle aspettative genitoriali o sociali che possono non portare alla scoperta della propria creativitá e del proprio senso di Sè. Al giorno d'oggi assistiamo a un sostanziale crollo dei riti di passaggio che sancivano lo svincolo dalla famiglia; crollo dovuto alla precarietà del lavoro e all'allungarsi dei tempi e delle difficoltá di accesso a esso. Il rito di passaggio e il raggiungimento dell'indipendenza economica se in passato potevano godere di un rapporto di reciprocitá temporale (si pensi a un impiego statale, a un mestiere dopo la maturitá, a una professionalitá riconosciuta dopo un percorso di studi) che garantiva una sensazione di sicurezza e di tranquillitá psichica, al giorno d'oggi,essi, non coincidono più, o quantomeno, non possono essere garantiti per tutti. La violenza, l'irruenza di alcuni riti di passaggio ,propri dell'era moderna, potrebbero ,quindi, forse, essere letti proprio nel senso di un agire disperatamente e disordinatamente una forma di separazione e individuazione dall'oggetto genitoriale. In tal senso anche le forme ipermoderne di ritiro e chiusura in se stessi, potrebbero essere viste come il tentativo estremo di generare muro, separazione quando all'adolescente sono state concesse poche risorse affettive dal proprio ambiente per poter intraprendere quel viaggio interiore che può portare a nuove scoperte. Questa storia di animazione, per cocludere, mette quindi in luce una via diversa, più intima di acquisizione della propria soggettivitá psichica :una via non garantita , non convenzionale, per prove ed errori e non sostenuta da atti sanciti dalla comunitá di appartenenza ma tracciata dalla propria creativitá ed autenticitá.

Dott. Giovanni Fiderio