La forma dell'acqua

22.09.2019



È un film che mi ha lasciato spiazzato, a cui ho fatto fatica a fare spazio dentro di me.

Il primo inpulso è stato quello di catalogarlo come un brutto film. Il secondo inpulso , che ho riscontrato  essere anche molto diffuso fra i commenti su internet del pubblico, è stato quello di  chiedermi come mai possa avere ricevuto così tanti premi fra cui svariati Oscar.

Il terzo momento del mio rapporto con questo film non è un impulso ma un tentativo di riflessione, dettatto imamagino dal dubbio che forse proprio i film che non ci piacciono sono in realtà proprio quelli che toccano i tasti più intimi della personalità umana, quelli che richiedono un lavoro allo spettatore e che lo obbligano a scostarsi dalla posizione del fruitore statico che ben si addice alla consumazione multimediale ma che mal si sposa con l'opera d'arte.

La forma dell'acqua è un film che genera delle aspettative nello spettatore: quella di essere un film immediato, quella di essere una favola, quella di essere una storia d amore, quella di avere un lieto fine. La magia del film forse è proprio quella di non tradire queste aspettative ma al tempo stesso, di percorrere altri sentieri, altre strade che lasciano tracce, residui, sensazioni per cui alla fine forse le premesse iniziali possono tranquillamente essere ribaltate. Non credo sia un caso il titolo del film che contiene un ossimoro: l' acqua non ha infatti una forma perchè non ha un corpo ma allo stesso tempo essa prende la forma del proprio contenitore. Credo questo sia il nodo e il messaggio centrale di un film camaleontico, polisemico, onirico, che cambia il modo di essere percepito a seconda del percepire proprio dello spettatore che viene sollecitato a identificarsi ora con l uno ora con l altro dei personaggi che muovono le fila della vicenda. Ma l ossimoro presente nel titolo non si esaurisce forse solamente a questo aspetto proviamo ad esplorarne altri.

Elsa è un inserviente sordo muta addetta alle pulizie in un centro di ricerca militare, ha una vita regolare e scandita da un ritmo prestabilito. Elsa ha un atteggiamento passivo e molto remissivo nei confronti della vita e delle sue amicizie nelle quali svolge sempre un ruolo compiacente anche a causa della sua disabilità che la imprigiona spesso nel ruolo di ascoltatrice dei drammi esistenziali altrui. Unico momento di creatività e libertà personale nella sua vita appare essere il momento mattutino che dedica a masturbarsi seppur scandito dal ticchettio di un timer da cucina che le segnala il ritorno alla vita quotidiana e monotona del lavoro. La sua vita cambia improvvisamente con l incontro di una creatura acquatica umanoide di cui Elsa si innamora perdutamente e decide di salvarlo dalle grinfie del perfido e perverso Strickland.

Molta critica cinematografica ha insisto ,a ragione, che il tema di fondo del film è quello del rapporto con la diversità, con l estraneo, col diverso da noi specialmente in un periodo così nevralgico per l'Europa circa le migrazioni. Tuttavia se si volesse dare un taglio più propriamente psicoanalitico alla lettura del film credo che un primo vertice di osservazione sia quello di riferire l ossimoro del film alla sessualità femminile.

Che forma ha la sessualità femminile? Freud ed ad esempio Lacan hanno dato grande rilievo nella loro opera a questo aspetto evidenziandone l'impossibilità ad essere circoscritta anatomicamente e la difficoltà ad essere rappresentata a livello inconscio tramite un significante.

Questa mobilità, questa inafferrabilità, quest' irrappresentabilità del femminile ha ispirato l'interesse di grandi scrittori, grandi poeti, grandi musicisti, grandi scultori, grandi pittori ma ha anche suscitato l odio, la paura, la violenza, la segregazione verso il genere femminile proprio dell'epoca medioevale o per ,quanto riguarda la nostra più prossima contemporaneità, propria della violenza di genere al cui estremo troviamo il femminicidio. Lacan in tal senso affermava che il grado di civilizzazione di un popolo è verificabile dal trattamento e dal ruolo assegnato alla donna (Lacan in Recalcati).

L estraneo, il diverso non è nel film solamente l estraneo che viene dal di fuori, l alieno, la natura o le forze bestiali ma anche tutte queste cose insieme legate alla sessualità femminile o ,più in senso lato , al modo femminile di entrare in rapporto con l esperienza delle cose. Freud (1919) definisce il concetto di perturbante, come qualcosa di spaventoso, di estraneo ma allo stesso tempo familiare dotato di un vago senso di dimora (Campbell in Lemma 2015)

"Il benessere, la protezione e la sicurezza che il neonato riceve dal contatto con il corpo della madre possono rinforzare gli aspetti femminili di questa bisessualità. Questo elemento femminile del modello originariamente bisessuale del maschio può essere dimenticato, ma più tardi nel corso della vita riemerge, proprio come l esperienza del perturbante".( Campbell D. In Lemma 2015 p. 4)

La sessualità femminile in psicoanalisi ci ricorda, come ciascuno di noi sia abitato da una predisposizione bisessuale che trae radici dalle antichissime cure materne primarie. Il mostro del film è a mio avviso la raffigurazione di questa bisessualità che risulta essere salvifica e strutturante nei confronti del personaggio di Elsa che opera una riappropriazione grazie all' incontro con la strana creatura ed al contrario distruttiva e disgregante per Strickland che aveva organizzato tutta la sua esistenza a difesa di ciò.

Per Elsa l' incontro con la creatura ha segnato una dimensione di riappropriazione del proprio corpo, grazie allo "sguardo" di qualcuno che l ha vista per quello che è senza sentire di essere invasa dalle proiezioni dell' Altro. Il tema dello sguardo e dello specchio riecheggia nell incontro romantico fra Elsa e la creatura in cui entrambi sembrano recuperare e riparare la dimensione del materno o quella della ferita narcisistica tramite l incontro reciproco e l esperienza del venire rispecchiati. (Winnicott)Lo sguardo muto della creatura conduce Elsa verso la scoperta della propria femminilità e maternitá laddove il campo della parola e del linguaggio ha fallito nei suoi confronti: in un primo tempo ha fallito alla nascita non potendo lei stessa usufruirne a causa di un trauma non meglio precisato e in un secondo tempo ha fallito fagocitandola in relazioni scandite da fiumi di parole esproprianti nei confronti del vero Sè di Elsa sempre più lento a farsi capire, sempre in ritardo ( come spesso le capita rispetto all orario di lavoro).  Il film sembra mostrarci come il campo della modernità, del progresso, del pensiero efficente della parola-pensiero- fulmine possa imbrigliare imbavagliare il campo della matrice corporea troppo più lento ,quest ultimo, troppo ingombrante, troppo richiedente come lo può essere un bambino piccolo.

Dall altra parte abbiamo l antogonista del film Strickland, ufficiale dell esercito a capo della struttura militare incaricato prima di svolgere crudeli esperimenti sulla creatura e in seguito di ritrovarla dopo la sua fuga con Elsa. La vita di Strickland ci appare come granitica, rigida, di marmo, senza sentimenti umani di pietà o dolcezza e protesa costantemente alla dimostrazione ed all' ostentazione del primato fallico: il vero uomo fa così.  I tratti marcatamente e forzatamente mascolini si combinano nel personaggio con tratti sadici e perversi: violenze fisiche e psicologiche contro gli altri, la fantasia sessuale di accoppiarsi con una donna impassibile e muta durante l amplesso. La ricerca psicoanalitica sottolinea come la presenza di questi tratti e di questa fantasia possa essere un tentativo di difesa estrema verso un materno che nella storia evolutiva del soggetto è stato percepito come eccessivo, debordante, pericoloso. Per Strickland il femminile va tenuto lontano, controllato pena il rischio di perdersi completamente in esso finendo per perdere i propri confini individuali e corporei.

"Ferraro ci ricorda che questa modalità di pensiero "trasforma il corpo in un fallo, schiavizzato in modo allucinatorio a una fantasia di autosufficienza e invulnerabilità, bloccando in tal modo la predisposizione a interiorizzare il pene del padre nella sua funzione strtturante" (Ferraro 2001 p.497 cit. da Campbell in Lemma 2015)

Lemma (2015) ha spiegato e ricondotto il ruolo delle fantasie necrofile (che differiscono dalla necrofilia in senso stretto riconducibile a una organizzazione perversa della personalità) ad un quadro difensivo rassicurante e protettivo nei confronti del Sè.

"Il cadavere o un corpo che sembri tale, funziona su vari livelli: a) è un oggetto sicuro che non invaderà il se b) è un contenitore innocuo tramite il quale il Sè può liberarsi da un senso di frammentazione e/o morte c) è un corpo/oggetto non vedente che non può infliggere umiliazioni" (Lemma 2015 p.67)

Strickland nel film arriva a non sentire più il proprio corpo dando vita a scene al limite del raccapricciante in cui l esperienza del dolore ,e quindi del limite, sembra non appartenergli.La battaglia di Strickland è una battaglia contro il materno, contro il generativo, contro madre natura, contro qualsiasi manifestazione del diverso, del diseguale, del particolare.

"La madre morta gli consentiva di evacuare una morte interiore, così da poter diventare vivo in maniera maniacale". (Lemma 2015 p. 80)

Molto toccante la scena finale in cui la creatura sopravvive agli attacchi di Strickland facendosi riconoscere da quest'ultimo come un Dio quasi come a voler sottolineare il bisogno umano e l augurio che qualcuno o qualcosa possa sopravvivere alla nostra distruttivitá. (Winnicott)


Concludendo "La Forma dell acqua" è un film ,a mio avviso, molto profondo e molto attuale, che necessità di uno sforzo di comprensione da parte dello spettatore.  Lo spettatore che resiste dall utilizzare categorie di lettura che correrebbero il rischio di vivisezionare il film ( o la creatura) può cogliere segreti e fantasie molto antichi della psiche umana e un implicito messaggio di speranza.

Bibliografia:

Lemma (2015) "Pensare il corpo" Giovanni Fioriti Editore

Recalcati (2015) "Le mani della madre" Feltrinelli

Winnicott (1974) "Gioco e realtà" Armando editore