Che fatica!   Diritto al tempo.

25.04.2020

Che fatica!


Il diritto al tempo


C'è un bel racconto di Louis Sepùlveda, scrittore scomparso recentemente, che si intitola "Storia di una lumaca che scoprì l'importanza della lentezza". In questo racconto, si parla di una lumaca che va alla ricerca del motivo della sua lentezza. Ad un certo punto, incontra un essere mai visto prima, che le parla lentamente ... molto lentamente! Si tratta di una tartaruga. Alla domanda della lumaca, sul perché parlasse così lentamente, la tartaruga risponde "Perché ho tempo, molto tempo ...".


In queste settimane, in cui vige il decreto "Stiamo a casa" per il contenimento del COVID-19, alcuni aspetti della vita personale e familiare possono venire più alla luce rispetto a quanto avveniva nella quotidianità pre-Covid, caratterizzata da routine differenti e spesso frenetiche.


Il tempo, che prima rincorrevamo, adesso sembra essersi improvvisamente fermato ... cosa pensare delle nostre corse frenetiche, delle routine che avevamo, e di cui ora forse ci chiediamo "ma come facevo a sostenere quel ritmo?"


Per i genitori che stanno a casa con i propri figli, tante cose sono cambiate: stare a casa non è una scelta di vacanza, ma un dovere dettato da un pericolo esterno e invisibile; il futuro vicino appare più incerto che mai e si fa spazio un tipo particolare di fatica e di stanchezza.


I genitori sono il punto di riferimento a cui i bambini si rivolgono, coloro a cui chiedono, con modalità diverse, di fare da mediatore tra quello che accade fuori e quello che accade "dentro", tra la realtà e il mondo delle loro fantasie e paure. Spetta agli adulti metabolizzare i contenuti e i vissuti, più angoscianti e spaventosi, e restituirli ai bambini in modo "digeribile". In particolare, adesso che anche la scuola si fa a casa e quindi figure di riferimento esterne come le maestre e i maestri sono meno presenti concretamente, questa funzione è ancor più a carico dei genitori: sta soprattutto a loro dare spiegazioni ai bambini, dire la verità e allo stesso tempo rassicurarli rispetto al futuro.


Ma è possibile fare questo, quando la situazione risulta preoccupante e faticosa per gli adulti in primo luogo? Quando c'è occuparsi anche di tanti aspetti concreti, che in questo tempo sono più difficili che mai, dall'andare a fare la spesa al seguire i figli per garantire la frequenza scolastica "a distanza" ... come si fa?


La permanenza a lungo in casa favorisce la creazione di un ambiente in cui tanti elementi passano dall'uno all'altro, non solo attraverso le parole, ma anche attraverso i comportamenti non verbali e i gesti più impercettibili. Può essere proprio difficile mantenere i propri necessari spazi vitali e tutto sembra amplificarsi. Senza dimenticare che la routine rende difficile guardare in prospettiva e le angosce relative ad una ripetizione potenzialmente infinita si fanno avanti, così la mente spesso finisce per girare intorno a dei punti che sembrano veri e propri ostacoli difficili da aggirare ...


Per tutti, ma soprattutto per chi ha figli a casa, si possono creare dei bei momenti di condivisione ma ... che fatica! È proprio il caso di dirlo!


La mia proposta è che, come i figli hanno i loro diritti inviolabili, anche i genitori hanno i loro, ad esempio quello di "prendere tempo" ...


Tempo per sé, perché se i genitori stanno bene, stanno meglio anche i figli.


Tempo per guardare le cose belle, perché quello che ci prendiamo il tempo di guardare diventa parte di noi e possiamo trasmetterlo a chi ci sta intorno.


Tempo per pensare alle proprie preoccupazioni: avere un tempo di riflessione e magari di condivisione tra adulti, fa in modo che non debbano pesare sui bambini.


Tempo per dire "no", in modo da essere più presenti nel momento del "sì".


Qualche volta può sembrare impossibile, come se le richieste provenienti dall'esterno non lasciassero possibilità ... ma siamo sicuri che questo tempo per noi lo vogliamo? O forse ci sono degli ostacoli dentro di noi che ci impediscono di prenderci questo diritto?


Il mio invito è di scegliere un tempo da prendere, anche da perdere, perché no … 

                                                                                                                                                                                                                                                                                          Dottoressa Filomena Forino