Naruto

02.02.2020

"Dove c'è la luce c'è anche l'oscurità,

 fino a che il concetto di vincitori esisterà ci saranno i perdenti,

 il desiderio individuale di pace causa la guerre 

e l'odio nasce per proteggere l'amore" (Obito Uchiha)



Naruto è uno dei più famosi manga in circolazione e ,a mio modo di vedere, oltre a godere di un successo smisurato, di una storia affascinante e coinvolgente, di una cura maniacale per i retroscena psicologici dei vari personaggi offre un dipinto molto vivido di alcune importanti chiavi di acccesso e lettura che la psicoanalisi possiede nella cura degli adolescenti e delle sfide che il disagio moderno pone a livello educativo e terapeutico.

Naruto è un ragazzo solo, orfano che non ha mai conosciuto i suoi genitori ed è emarginato dal proprio villaggio perché dentro di se ospita un demone che in passato minacciò di distruggere l'intero villaggio: La volpe a nove a code. Il primo arco narrativo della saga ci mostra la voglia di questo ragazzo di attirare l attenzione con la sua stravaganza, con la sua goffaggine e il suo sogno talmente assurdo da sembrare irrealizzabile: quello di divenire il capo del villaggio l Hokage e poter godere della stima e del rispetto di tutti quanti.Naruto nell' inseguire il suo sogno si immerge in un viaggio fatto di incontri: temibili avversari, guerre, tragedie ma anche maestri saggi e premurosi, amicizie preziose che lo spingono a domandarsi e a chiedersi su se stesso, sul senso della vita, sul perchè dell'odio, sul perchè della guerra e sulla sua più grande sfida: quella di costruire e mantenere dei legami che lo aiutino a poter sognare e sperare in un futuro migliore.Sul polo opposto troviamo due dei più importanti antagonisti di Naruto: Sasuke e Obito.

( Ne approfondirò due ma il mondo di Naruto è ricco di storie e vicende psicologiche di alto spessore).

Sasuke è presente già dal nel primo arco narrativo di Naruto ed è un ragazzo anche lui orfano che ha perso i genitori a seguito di un massacro perpetuato da suo fratello Itachi ai danni del del suo stesso clan. Sasuke organizzerà e orienterà tutta la sua crescita e i suoi investimenti affettivi intorno allo scopo di diventare più forte per vendicarsi di suo fratello Itachi autore del massacro del suo clan. Nel primo arco narrativo Sasuke insegue disperatamente il potere per compiere i suoi piani di vendetta e per diventare più forte. La strada che si sente obbligato a percorrere è quella di recidere ogni legame affettivo specialmente l amicizia che lo lega a Naruto.

Naruto farà il possibile per bloccare il suo amico, per farlo riflettere sulle sue azioni e non fargli intraprendere la sua discesa nelle tenebre. Ma egli, nonostante gli sforzi non ha risposte, non ha argomenti, non ha la forza per far cambiare idea a Sasuke che afferma con decisione quanto la posizione di Naruto sia distante e differente dalla sua. La tesi di Sasuke è che Naruto non avendo mai conosciuto i suoi genitori, essendo cresciuto da solo, non abbia idea di cosa voglia dire poter perdere qualcuno, non ha quindi elementi per comprendere il suo odio e i suoi sentimenti. Sasuke sconfigge Naruto e inizia il suo viaggio nelle tenebre.

Nel secondo arco narrativo a complicare le cose fa la sua comparsa il secondo e principale avversario di Naruto: Obito Uchiha.

Obito era il più caro amico del maestro di Naruto e Sasuke ma a seguito della tragica morte della ragazza di cui era innamorato il mondo davanti ai suoi occhi perde di senso, gli appare come un inferno crudele e insensato.Decide così di provare a cambiare il mondo: fingendosi morto abbandona la sua identità, abbandona il suo nome, indossa una maschera e si spaccia per Madara Uchiha storico e leggendario personaggio che aveva terrorizzato e portato caos alle precedenti  generazioni di ninja. Il suo piano è quello di raccogliere i mostri come quelli contenuti dentro Naruto per ottenere uno smisurato potere che possa permettergli di lanciare un potente sortilegio sugli abitanti della terra. Questo incantesimo ,lo Tsukuyomi infinito, avrebbe fatto cadere tutti gli abitanti della terra in un sonno infinito e profondo nel quale ciascuno ,in sogno, avrebbe appagato qualsiasi dei propri desideri. Il mondo così ricostruito tramite un sogno perpetuo sarebbe quindi ,a detta di Obito , diventato un paradiso terrestre senza guerre, senza conflitti, senza morte, senza nè vincitori nè vinti: un mondo perfetto.

Questi due antagonisti credo che mettano bene in mostra la portata, la profondità e l importanza delle domande e delle sfide che alcuni adolescenti rivolgono ai propri psicoterapeuti o alle figure che lavorano con loro. Il personaggio Sasuke afferma con decisione l'impossibilità che il suo dolore possa essere compreso, che possa essere provato da qualcun altro, veste i panni dell'eroe oscuro che deve farsi carico del proprio fato (Bollas) e realizzare la propria missione in un cammino solitario che non ammette influenze esterne. In molte manifestazioni della clinica moderna troviamo tracce di questo desiderio assoluto e onnipotente che sembra non poter conoscere possibilità di mediazione e che fa fuori qualsiasi figura che possa rappresentare un supporto o fornire un qualche tipo di insegnamento (psicoterapeuti,insegnanti,genitori). L amicizia ,nel migliore dei casi, cede il passo a relazioni di facciata che servono solamente per avere maggior potere all'interno del gruppo dei pari o per perseguire i propri fini manipolativi o per offrire necessari foraggiamenti narcisistici. Il dolore dona un inebriante senso di onnipotenza che finisce per creare un involucro, un guscio che dona sicurezza al prezzo però di precludere la possibilità di nuovi apprendimenti, di nuove esperienze, di avere una vita più autentica.

"Sono le figure delle nuove melanconie che si caratterizzano, oltre che per un ripiegamento claustrale del soggetto, per una sua introversione, per uno spegnimento del sentimento della vita e per un rafforzamento estremo del proprio confine identitario". (Recalcati 2019 p.45)

La figura di Obito e Il suo piano apparentemente assurdo ci porta invece a domandarci circa l uso che alcuni adolescenti fanno del mondo virtuale.

Lemma espone come la ricerca spasmodica del mondo virtuale possa per alcuni adolescenti essere un mezzo per non dover fare i conti col profondo cambiamento fisico che devono sperimentare. La ricerca psicoanalitica in adolescenza ha infatti evidenziato come i cambiamenti corporei e l acquisizione di un corpo sessuato necessitino di un complesso lavoro di integrazione degli aspetti edipici e pre edipici. Questo lavoro di integrazione ha profondi contatti con la dimensione del lutto in quanto comporta la perdita di alcuni aspetti e privilegi della dimensione infantile.Il mondo virtuale può ,in alcuni casi in cui era già presente una dimensione traumatica in origine, portare al congelamento di questo lavoro e offrire un rifugio ermetico in cui tentare di non dover vivere questa difficile compito psico-somatico. Non è un caso che il super potere di Obito sia quello di riuscire a rendersi incorporeo proiettandosi in differenti dimensioni. Anche il piano dello Tsukuyomi infinito col quale imprigionare il mondo in un grande sogno offre un importante immagine di quanto accennato.

"L ambiente tecnologico del cyberspazio in tal modo confonde i confini tra mondo interno e mondo esterno, creando l illusione di un isomorfismo tra realtà e realtà esterna. In queste condizioni non ci sono limiti a ciò che si può immaginare e mettere in atto.Lo spazio virtuale sembra quindi fornire una riserva psichica in cui ogni desiderio viene soddisfatto in quanto la realtà diventa irrilevante e l individuo rivendica l'illusione infantile di onnipotenza. Come ha scritto Freud: L' eremita volta le spalle a questo mondo, non vuole avere nulla a che fare con esso. Ma si può fare di più, si può volerlo trasformare, costruendone al suo posto un altro in cui le caratteristiche più intollerabili risultino eliminate e sostituite da altre conformi ai nostri desideri". (Freud 1930 p. 216 in A. Lemma 2015 p. 88)

Come può Naruto salvare il mondo? Come può Naruto cambiare l animo del suo amico Sasuke? Come fermare il piano di Obito?

L' arma più grande di Naruto si rivelerà quella di essere in grado di cambiare il cuore delle persone, di generare degli incontri, delle aperture, di creare giochi di specchi inaspettati, di spezzare le maledizioni e riuscire a riavviare delle vite spezzate dai traumi. Naruto è il primo supereroe che non elimina i nemici: li cura. Affrontando Naruto gli avversari, riscopriranno se stessi, ciò che hanno seppellito, ciò che hanno slegato per perseguire i loro piani di isolamento e morte, le strade che non hanno percorso e la loro sconfitta coinciderà con una scelta che li riabiliterà completamente arrivando a comprendere che una vita non è perduta fino alla fine. Naruto può essere accomunato alla psicoanalisi perché alla base del cambiamento pone la comprensione del dolore dell'altro. La psicoanalisi insegna che la comprensione del dolore non passa solamente dalla teoria, dallo studio dei libri o dal numero di casi trattati in supervisione ma in prima battuta passa dalla comprensione del proprio dolore, passa dalla propria esperienza analitica personale. Naruto nel manga riuscirà a comprendere il mostro che lo abita, riuscirà ad accettarlo, riuscirà a nominarlo, riuscirà a diventare suo amico e tramite la sua esperienza di soggettivazione riuscita riuscirà ad aiutare gli altri. Allo stesso modo la psicoanalisi cura anche grazie alla trasmissione di nuove esperienze psichiche che permettono una ritrascrizione partecipata della storia dei pazienti che non attingono solamente dal proprio inconscio ma anche a quello dell'analista. Credo che la storia di Naruto sia un grande esempio di cosa sia il lavoro psichico dell' adolescente di oggi, di cosa la psicoanalisi può fare a patto che sappia riarticolarsi e offrire al paziente un'esperienza di presenza e di desiderio in opposizione ad alcuni stereotipi o alcuni modelli che declinano la figura dell analista in termini di silenzio, assenza, sospensione, rarefazione.

"Mentre la simbolizzazione viene vista classicamente a partire dalle forme dell'assenza, della separazione e del lutto dell'oggetto, di fronte al quadro dei disturbi narcisistici-identitari è la problematica della presenza e della modalità di presenza, la problematica dell incontro e delle forme dell incontro che deve passare in primo piano nel processo di simbolizzazione" 

(Roussillon R.  2018 p. 71).


Bibliografia:

Bollas C. ,1991 Borla "Forze del destino"

Lemma A. 2015 "Pensare il corpo" Giovanni Fioriti Editore

Recalcati M. 2019, Raffaello Cortina Editore "Le nuove melanconie"

Roussillon R. "Paradigmi per un estensione della pratica psicoanalitica" In Bastianini T., Ferruta A. 2018 Giovanni Fioriti Editore