Paternal Leave Illusione, disillusione e ricerca di un padre.

Leo è una giovane adolescente tedesca che parte improvvisamente per un viaggio misterioso e segreto. Facendo credere alla madre di andare ospite da un amica prende un treno di notte diretto per quella che viene raffigurata nella pellicola come una località remota. Fin dalle prime scene è difficile non essere travolti dal coraggio e dalla determinazione di questa giovane ragazza che affronta un misterioso viaggio solitario.
Tutto parte da un video che mostra un giovane uomo che promuove un corso di surf ,è stato questo il motore che ha innescato la fuga di Leo. Arrivata in un piccolo paesino italiano del Nord Italia che affaccia sul mare rintraccia l'autore del video,Paolo, e presentandosi a casa sua gli svela di essere sua figlia.
Leo era nata da una breve relazione estiva che questo giovane uomo (interpretato da Luca Marinelli) ha avuto con la madre. Leo inchioda il padre ad una sedia e con un registratore e block notes pieno di domande vorrebbe ricostruire la vita di quest'uomo nel disperato tentativo di capire perchè Paolo non ha potuto essere per lei un padre e abbia preferito ignorare la sua esistenza.
Un breve lampo di saggezza di Paolo gli permette di dire alla giovane ragazza che una persona non si può comprendere con l'intelletto ma che forse stando insieme a lei si possono trovare le risposte alle domande. Leo decide così di trascorrere dei giorni insieme al padre. La vicinanza fra i due però farà emergere il grande bisogno di Leo di una figura paterna e le difficoltà relazionali di Paolo che oscilla fra il tentativo di stabilire un legame con la figlia e la messa in atto di continui gesti di rifiuto che fanno sentire la giovane sempre più sola. Mi ha colpito la grande forza di Leo che nonostante la violenza relazionale sciocca e inconsapevole di questo padre bloccato alla propria adolescenza non cade mai preda dell'autolesionismo, non fugge ma cerca sempre di ristabilire un contatto.
E' un film che va in controtendenza rispetto alle raffigurazioni dell'adolescente tipico della nostra epoca. In molti film e in molte serie emerge un altro adolescente ipermoderno quello apatico, spento , autolesivo, violento, incontrollabile che fa del rifiuto di qualsiasi legame il proprio modo di ristabilire un equilibrio. Leo ci ricorda che esistono ancora adolescenti alla "vecchia maniera" capaci di cercare la propria verità, che sono incuriositi dalla propria storia e che sono in cerca di padri anche a costo di subirne tutte le contraddizioni e incongruenze. Cosa permette a Leo di sopportare tutto questo? Cosa le permette di non mandare tutto in fumo? Cosa le permette non solo di trovare alcune risposte che cerca ma anche di aiutare il padre ad affrontare ciò che ha cercato con tutto se stesso di nascondere?
Il film ci fa vedere in controluce l'esistenza di una madre presente, che ha deciso di vivere la propria maternità nonostante le difficoltà. La ricerca del paterno può quindi avvenire solamente sullo sfondo di un ambiente di cure primario sufficientemente buono (Winnicott) così come ci sembra sia stato per questa giovane adolescente. Questo garantisce al bambino la possibilità di ospitare il dolore senza doverlo per forza evacuare (Klein, Bion). Un adolescente alla ricerca del padre, un adolescente Telemaco come è stato definito da Recalcati, può emergere solamente laddove sia esistito un materno sufficientemente buono che abbia anche trasmesso, tra le altre cose, anche l'idea dell'esistenza di un padre.
Nello specifico del film ci viene mostrato come Leo sia cresciuta sotto il velo protettivo di un'illusione (Winnicott): la madre ha sempre detto alla figlia che il padre era morto prima che nascesse fino a che non ha scoperto la verità con il video della scuola di surf. Mi sento di leggere questa scelta della madre non solo come una bugia che vuole cancellare la storia ma anche come un'illusione volta a proteggere la figlia dal rifiuto paterno.
Come tutte le illusioni per poter essere costruttive e costitutive devono andare incontro ,quando il soggetto è capace di sopportarle, a una disillusione e il film fotografa proprio questo momento così complesso. Leo dovrà fare il lutto del padre idealizzato, ambito, mai conosciuto e incontrare un padre incompiuto, mai diventato adulto, incongruo, incapace di gestire le proprie emozioni e calarsi in quelle altrui.
Assistiamo al collasso del dialogo, al collasso della parola, all'assenza di qualsiasi registro edipico fra padre e figlia e ai rischi a cui una relazione narcisistica speculare può condurre. I due riusciranno a trovare il proprio modo di entrare in relazione solamente bypassando il registro verbale, facendo insieme il lutto di una paternità mancata grazie a un fare, a una ritualità che consentirà a entrambi assaporare ciò che sarebbe potuto essere ma che non è stato e a sopportarne la nostalgia. La scena del funerale del fenicottero mi sembra racchiudere tutto questo.
Un film bellissimo, intenso, commovente che ci ricorda che anche gli adolescenti più forti e capaci di sopportare la verità hanno comunque bisogno di adulti per sentire di esistere.
Dott. Giovanni Fiderio